Indice
1 - Formidabili quegli anni
2 - Humphrey Bogart
3 - Felicità?
4 - In via di estinzione
5 - Un mondo fantastico
6 - Una buona azione
7 - Campioni del mondo
8 - Facile pietà
9 - Via delle Bagasce
10 - La solitudine del Lenzi
11 - Tamponamento
12 - Io e Chang
13 - Pescatore di Burano
14 - Aglio e trasporti
 
   
Via delle bagasce di ex-terrestre

Alle sei e mezza del mattino il 2 non è sovraffollato, quando va bene trovi pure da sederti. Autobus numero 2: ospedale, via delle Bagasce, stazione dei treni, Venezia. A quell’ora nessuno scende o sale all’ospedale, non è orario di visita. Le mete rimangono la stazione, gente che va gente che viene; le fabbriche di Marghera, l’anticamera dell’inferno; Venezia, città d’arte e puttana per turisti. Ben presto visitatori occasionali e pendolari ferroviari abbandonano il mezzo assieme ai loro ingombranti bagagli. A sostituirli altri operai e i pochi diretti a Venezia. In un attimo l’autobus è saturo degli aliti di questa nuova generazione di operai, per lo più gente dell’est europeo o dell’Asia, con in bocca il ricordo della speziata cena della sera prima. Aglio e cipolla unite nel matrimonio dell’orrore, emblema di pietanze povere, arricchite di sostanze a basso costo ma in grado di saporire in qualche modo i piatti ricolmi di nulla. Quell’odore di vino e sambuca, segno degli operai di altri tempi, si è congedato per sempre. Gli ultimi operai della vecchia generazione sono estinti, i pochi rimasti attendono la pensione per scoprire se un male oscuro si è impadronito irrimediabilmente del loro organismo. I nuovi operai van meglio, non si lamentano, non sono sindacalizzati, non si ammalano neppure, se poi tra dieci anni qualcuno accusasse qualche dolore, be’, allora si vedrà…forse. A Marghera il 2 vomita il suo carico di formichine per l’industria, l’odore fetido resta ancora qualche attimo appeso ai corrimani lasciati liberi, poi anche lui svanisce e solo il Ponte separa gli ultimi viaggiatori dal capolinea.

Alle sei e mezza via delle Bagasce è una spettatrice silente del via vai, stiracchiandosi in un giornalaio che sta aprendo e in un bar che ha già toccato quota cinquanta caffé, scaccia i suoi residenti a guadagnarsi la pagnotta. Solo più tardi la via decide di mettersi all’opera, i negozi alzano le saracinesche e la gente incomincia il suo pigro via vai. Badant square, cuore pulsante della via, si anima tutto d’un colpo, calamitando sulle sue panchine le collaboratrici domestiche dell’est negli intermezzi tra un lavoro e un altro. Il prato verde pare punteggiato della stessa specie di fiore, tutte uguali queste donne, faccia rotonda e rubiconda, capelli e occhi chiari. Polacche, rumene, non se ne coglie la differenza, chissà di cosa parlano così in semicerchio come aiuole non calpestabili. Sicuramente del pullman, già perché non è un autobus ma un pullman, anzi il pullman, e un articolo determinativo se lo merita pure visto che fa la spola dalla stazione di Mestre ai villaggi più grossi (capitali in toponomastica) della Lituania, dell’Ungheria, della Polonia e di tutte le altre repubbliche dell’est europeo. Ogni tanto bisogna pur prenderlo quel pullman, bisogna tornare dai figli, dai mariti, i più fortunati hanno pure un padre e una madre che aspettano notizie e soldi…già i soldi, il loro sostentamento, il magro frutto di tante umiliazioni, sofferenze e privazioni. Poi c’è il permesso di soggiorno da rinnovare, bisogna rientrare ogni tot e poi tornarsene qui: c’è ben più di una buona ragione per discorrere del pullman.

Via delle Bagasce non è solo Badant square, è un micromondo autosufficiente e in continua trasformazione. Ci trovi bar, gioiellerie, autosaloni, ferramenta, negozi, tabaccherie, profumerie, giornalai, un supermercato, la caserma dell’esercito, Blockbuster, perfino Blockbuster! Poi c’è la chiesa, fornai, Squillante e le sue divise militari, ristoranti…in Irlanda ci sono paesi che stanno tutti in una via e hanno molti meno servizi. Un tempo via delle Bagasce era famosa per la prostituzione, prima nostrana, poi la concorrenza straniera ha scacciato le autoctone, infine anche le straniere sono state dirottate in altri siti. Le proteste dei residenti hanno avuto la meglio, o forse più semplicemente la via è diventata demodè. Con la scomparsa delle lucciole la via si è trasformata, da polo della lussuria è diventata una piccola chinatown. Se la pioggia delle proteste ha fatto traslocare le signorine, tutta quell’acqua piovana ha dato vita a una miriade di negozi di chincaglieria e inutilità, nati come funghi sul terreno così ben irrorato. Ma i cinesi sono stati ben presto seguiti dagli arabi che si son portati con sé le loro specialità: phone center, lavanderie a gettoni, kabab o pizza al taglio. Non pare, comunque, che questi stranieri si siano portati appresso anche la delinquenza, certo qualche negozio è stato svaligiato e qualcun altro aspetta di esserlo, ma tutte le città accusano qualche disagio.

La vera perdita rimane l’esodo delle prostitute. A sera, quando il 2 riporta a casa gli operai del turno di notte, non c’è più quel piacevole ‘farsi l’occhio’, innocuo premio per quanti han visto solo bulloni e fosgene per otto ore. E come imprecare contro le donnacce? Gli operai hanno i soldi sufficienti solo a guardare, cambiare rotta allora!, Terraglio con il suo via vai di rappresentanti e camionisti, o via Fratelli Bandiera ad accorciarsi la vita inalando, notte dopo notte, i veleni di Porto Marghera…che forse è meglio che arrivi un maniaco e dica basta con un colpo di coltello alla gola.
Ora è notte in via delle Bagasce, il 2 ha cambiato veste ed è diventato N1, notturno. Per strada quasi nessuno, solo un travestito passeggia in attesa di un cliente. Parrucca bionda, minigonna, fisico imponente: però ha le tette!, almeno pare siano vere. Che sia un ennesimo segno che i tempi stanno cambiando?
Si prova un senso di malinconica allegrezza a vederlo così, tra spazientito e sensuale, a passeggiare sulla stesso ammattonato calpestato, poche ore prima, da casalinghe e commercianti. Chissà che vita sarà la sua, forse si prostituisce per pagarsi l’affitto o comprarsi la droga, forse ha una doppia vita, geometra di giorno / puttana di notte. Ma a me piace pensare che le cose stiano diversamente, preferisco immaginare che si tratti di un residente della via pentitosi della cacciata delle signorine: un residente, insomma, malato di nostalgia.

 
 
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