Indice
1 - Formidabili quegli anni
2 - Humphrey Bogart
3 - Felicità?
4 - In via di estinzione
5 - Un mondo fantastico
6 - Una buona azione
7 - Campioni del mondo
8 - Facile pietà
9 - Via delle Bagasce
10 - La solitudine del Lenzi
11 - Tamponamento
12 - Io e Chang
13 - Pescatore di Burano
14 - Aglio e trasporti
 
   
Humphrey Bogart di ex-terrestre

L’altra sera dico alla mia ragazza:
“Senti io esco per un esperimento, cerco di mescolarmi agli extracomunitari”.
“Va bene” ride lei, “poi mi racconti”.
Discendo tutta via delle Bagasce e entro nel minimarket di fronte a Badant square. Compro dall’arabo una gioconda, chiaramente prendo la birra, chissà che faccia avrebbe fatto se gli avessi detto che volevo una ‘gioconda’? Me ne esco e so già dove mi berrò la birra: lì davanti. Mi appoggio ad un palo e sorseggio la mia gioconda; la posizione è ottima, minimarket alle spalle, di fronte call center e bar con mini piazzetta. Ora che sono qui mi aspetto che qualcuno mi si avvicini, mi chieda qualcosa, al limite venga ad attaccar briga. Ma niente, se ne restano a chiacchierare per i fatti loro, incuranti dell’invasore. Eppure c’è sempre qualcuno appoggiato su questo palo che occupo abusivamente, possibile che non arrivi a reclamarne la restituzione? E poi dicono che siamo noi che non vogliamo l’integrazione, eppure sono loro che mi stanno emarginando.
Finisco la birra e schifato me ne vado, “Torno dai miei a far branco” mi dico rabbioso e vado a scolarmi un paio di birre in un bar nostrano. “Se entra un arabo o uno dell’est vedrai se gli rivolgo la parola” mi sfido indispettito. Poi la birra fa effetto e me ne frego di tutto…noi, loro, tutti, che significa? Affanculo tutti e tutto. Saluto e mi vado a bere l’ultima bottiglia davanti alla fermata del 2, mi siedo sul marciapiedi e mi ritorna l’allegria e la serenità. Mentre sorseggio la birra vedo un’ombra che mi si avvicina. A poco a poco quell’ombra prende forma, vedo un uomo dentro un impermeabile bianco, cappello davanti agli occhi, sigaretta in bocca: non c’è dubbio è Humphrey Bogart.
“Humphrey che sorpresa! Che ci fai qua?”.
“Ciao baby” fa lui e dà un tiro alla sigaretta, “sto andando a Venezia per un caso di omicidio” mi risponde dopo aver soffiato il fumo.
“E aspetti il 2?”.
“Il Notturno” mi corregge lui, “lo sai che avete una curiosa gestione degli autobus qui, baby?”.
“Cosa intendi Hum?”.
“Intendo, baby, che ho fatto una scoperta” e tira fuori un blocchetto. Sfoglia le pagine e mi fa: “Senti qua, tutti gli autobus che vanno a Venezia, a Mestre o nei centri più popolosi dell’entroterra, sono immancabilmente nuovi di zecca, quelli che vanno o vengono da Marghera sono per lo più dei catorci”.
“Wow! Non ci avevo mica fatto caso Hum”.
“Già, baby, nessuno si guarda attorno. Eppure è sotto gli occhi di tutti, pensa all’autobus per Mirano…”
“Nuovo”.
“…Scorzé…”.
“Nuovo”.
“…Salzano…”.
“Nuovo”.
“…per non dire quelli che sono diretti a Mestre centro o a Dolo e Padova”.
“Incredibile!” sono letteralmente sbalordito.
“Lo capisci da un chilometro di distanza se il pullman che sta arrivando può essere quello che fa per te. Se devi andare a Marghera non c’è modo di sbagliarsi, quando intravedi un catorcio, magari senza display luminoso, sta sicuro che è l’autobus che fa per te. Uguale se devi andare a Venezia, quando intravedi una forma rotondeggiante, lucette sul tetto, ti conviene correre altrimenti lo perdi”.
“Sei un fenomeno Humphrey”.
“Pensaci, baby, anche quando sei a P.le Roma ti basta un’occhiata al modello per capire quali autobus vanno a Marghera”.
“La prossima volta ti prometto che ci farò caso.”
“Addio, baby, io me ne vado”.
“Ma non hai detto che dovevi aspettare il Notturno?”.
“Ho cambiato idea, vado in stazione a prendere un taxi. Se arrivassi a Venezia in pullman è facile che mi scambino per il tenente Colombo”.
“Hai ragione, caspita se hai ragione Hum”.
Senza dire altro prende e se ne va, senza fretta con la sigaretta sempre in mano. “Ma non si consuma mai la sua sigaretta?” mi chiedo prima di andarmene a dormire.
Il giorno dopo racconto agli amici del mio incontro notturno con Humphrey Bogart e di come mi abbia illuminato sulla questione degli autobus. Chiaramente loro sghignazzano e mi dicono che ho avuto un’allucinazione, che probabilmente ci ho dato un po’ dentro con l’alcool. E la storia degli autobus allora? chiedo io. L’avrai notato tu, ribattono loro, ma non ci avrai mai ragionato sopra. E poi, aggiungono quelli, sarà poi vera sta storia degli autobus? Io non so rispondere, non ho indagato a riguardo. E non ho neppure intenzione di indagare, so di per certo che le cose stanno così, autobus vecchi per Marghera, i nuovi per le altre destinazioni. Impossibile che non sia così: in fin dei conti, mi dico, come fai a non credere a quanto dice Humphrey Bogart?

 
 
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