L’altra sera dico alla mia
ragazza:
“Senti io esco per un esperimento, cerco di mescolarmi agli
extracomunitari”.
“Va bene” ride lei, “poi mi racconti”.
Discendo tutta via delle Bagasce e entro nel minimarket di fronte
a Badant square. Compro dall’arabo una gioconda, chiaramente
prendo la birra, chissà che faccia avrebbe fatto se gli avessi
detto che volevo una ‘gioconda’? Me ne esco e so già
dove mi berrò la birra: lì davanti. Mi appoggio ad
un palo e sorseggio la mia gioconda; la posizione è ottima,
minimarket alle spalle, di fronte call center e bar con mini piazzetta.
Ora che sono qui mi aspetto che qualcuno mi si avvicini, mi chieda
qualcosa, al limite venga ad attaccar briga. Ma niente, se ne restano
a chiacchierare per i fatti loro, incuranti dell’invasore.
Eppure c’è sempre qualcuno appoggiato su questo palo
che occupo abusivamente, possibile che non arrivi a reclamarne la
restituzione? E poi dicono che siamo noi che non vogliamo l’integrazione,
eppure sono loro che mi stanno emarginando.
Finisco la birra e schifato me ne vado, “Torno dai miei a
far branco” mi dico rabbioso e vado a scolarmi un paio di
birre in un bar nostrano. “Se entra un arabo o uno dell’est
vedrai se gli rivolgo la parola” mi sfido indispettito. Poi
la birra fa effetto e me ne frego di tutto…noi, loro, tutti,
che significa? Affanculo tutti e tutto. Saluto e mi vado a bere
l’ultima bottiglia davanti alla fermata del 2, mi siedo sul
marciapiedi e mi ritorna l’allegria e la serenità.
Mentre sorseggio la birra vedo un’ombra che mi si avvicina.
A poco a poco quell’ombra prende forma, vedo un uomo dentro
un impermeabile bianco, cappello davanti agli occhi, sigaretta in
bocca: non c’è dubbio è Humphrey Bogart.
“Humphrey che sorpresa! Che ci fai qua?”.
“Ciao baby” fa lui e dà un tiro alla sigaretta,
“sto andando a Venezia
per un caso di omicidio” mi risponde dopo aver soffiato il
fumo.
“E aspetti il 2?”.
“Il Notturno” mi corregge lui, “lo sai che avete
una curiosa gestione degli autobus qui, baby?”.
“Cosa intendi Hum?”.
“Intendo, baby, che ho fatto una scoperta” e tira fuori
un blocchetto. Sfoglia le pagine e mi fa: “Senti qua, tutti
gli autobus che vanno a Venezia,
a Mestre o nei centri più popolosi dell’entroterra,
sono immancabilmente nuovi di zecca, quelli che vanno o vengono
da Marghera sono per lo più dei catorci”.
“Wow! Non ci avevo mica fatto caso Hum”.
“Già, baby, nessuno si guarda attorno. Eppure è
sotto gli occhi di tutti, pensa all’autobus per Mirano…”
“Nuovo”.
“…Scorzé…”.
“Nuovo”.
“…Salzano…”.
“Nuovo”.
“…per non dire quelli che sono diretti a Mestre centro
o a Dolo e Padova”.
“Incredibile!” sono letteralmente sbalordito.
“Lo capisci da un chilometro di distanza se il pullman che
sta arrivando può essere quello che fa per te. Se devi andare
a Marghera non c’è modo di sbagliarsi, quando intravedi
un catorcio, magari senza display luminoso, sta sicuro che è
l’autobus che fa per te. Uguale se devi andare a Venezia,
quando intravedi una forma rotondeggiante, lucette sul tetto, ti
conviene correre altrimenti lo perdi”.
“Sei un fenomeno Humphrey”.
“Pensaci, baby, anche quando sei a P.le Roma ti basta un’occhiata
al modello per capire quali autobus vanno a Marghera”.
“La prossima volta ti prometto che ci farò caso.”
“Addio, baby, io me ne vado”.
“Ma non hai detto che dovevi aspettare il Notturno?”.
“Ho cambiato idea, vado in stazione a prendere un taxi. Se
arrivassi a Venezia in pullman è facile che mi scambino per
il tenente Colombo”.
“Hai ragione, caspita se hai ragione Hum”.
Senza dire altro prende e se ne va, senza fretta con la sigaretta
sempre in mano. “Ma non si consuma mai la sua sigaretta?”
mi chiedo prima di andarmene a dormire.
Il giorno dopo racconto agli amici del mio incontro notturno con
Humphrey Bogart e di come mi abbia illuminato sulla questione degli
autobus. Chiaramente loro sghignazzano e mi dicono che ho avuto
un’allucinazione, che probabilmente ci ho dato un po’
dentro con l’alcool. E la storia degli autobus allora? chiedo
io. L’avrai notato tu, ribattono loro, ma non ci avrai mai
ragionato sopra. E poi, aggiungono quelli, sarà poi vera
sta storia degli autobus? Io non so rispondere, non ho indagato
a riguardo. E non ho neppure intenzione di indagare, so di per certo
che le cose stanno così, autobus vecchi per Marghera, i nuovi
per le altre destinazioni. Impossibile che non sia così:
in fin dei conti, mi dico, come fai a non credere a quanto dice
Humphrey Bogart?
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